La Banca d’Italia palermitana: un pezzo importante delle stratificazioni della prima metà del Novecento
Un luogo istituzionale nel cuore di Palermo
Da oltre 90 anni, la sede della Banca d’Italia è un punto di riferimento nel cuore della Palermo novecentesca. Situata adiacente alla via Lucifora, l’edificio è stato progettato da Salvatore Caronia Roberti, uno degli architetti più influenti degli anni Venti e Trenta. L’intero fronte della via Cavour è dominato dalla sua poetica costruttiva, caratterizzata da un eclettismo stilistico che mescola il rigido eclettismo di maniera con lo stile littorio.
Un’espressione del talento creativo di Caronia Roberti
L’edificio della Banca d’Italia, insieme ad altri edifici progettati dallo stesso architetto, rappresenta un’imponente testimonianza delle stratificazioni architettoniche del periodo. Nonostante non sia considerata una delle sue migliori realizzazioni in termini stilistici, l’edificio mostra la grande capacità compositiva di Caronia Roberti nel governo delle masse e dei rapporti tra pieni e vuoti.
La trasposizione del metodo basiliano e la sua espressione monumentale
L’architetto si destreggia abilmente nel ricorrere a soluzioni decorative provenienti dalla storia degli stili del passato, creando un equilibrio tra le singole parti e l’insieme. La trasposizione del metodo basiliano, insieme alla caratura monumentale dell’istituzione, conferisce all’edificio il prestigio tipico degli edifici imponenti del passato.
Un pezzo di storia della cultura progettuale
Nonostante sia stata colpita dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale, l’architettura dell’edificio racconta ancora attraverso la sua struttura architettonica un pezzo importante delle stratificazioni della prima metà del Novecento. Gli interni rivelano la ricchezza dell’edificio, con rivestimenti lignei e pavimentazioni che testimoniano il fasto dell’epoca.
In conclusione, la Banca d’Italia palermitana rappresenta un pezzo di storia della cultura progettuale che va considerato e preservato, senza pregiudizi nei confronti del suo eclettismo stilistico.
– Palermo
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– Salvatore Caronia Roberti
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