Le testimonianze dei poliziotti di Palermo 4 anni fa: “La Barbera? Guai a co”

La vera storia di Arnaldo La Barbera e il depistaggio sulla strage di via D’Amelio

Un ex capo autoritario e un depistaggio senza precedenti

Arnaldo La Barbera, ex capo della squadra mobile di Palermo, è al centro di polemiche legate all’indagine sulla strage di via D’Amelio. Secondo testimonianze di poliziotti che hanno lavorato con lui, La Barbera era un uomo autoritario e non tollerava alcuna forma di opposizione. Questo atteggiamento avrebbe avuto ripercussioni negative sulle indagini, portando alla creazione del più grande depistaggio nella storia giudiziaria italiana.

Il caso Scarantino e il depistaggio

Tutto ebbe inizio il 29 settembre 1992, con l’arresto di Vincenzo Scarantino, un picciotto del quartiere della Guadagna. Scarantino si occupava principalmente di furti e contrabbando di sigarette. Tuttavia, la sua cattura fu il punto di partenza per un intricato depistaggio che avrebbe influenzato le indagini sulla strage di via D’Amelio in modo significativo.

Le testimonianze dei poliziotti

Secondo le testimonianze di Nicolò Giuseppe Manzella, uno dei poliziotti della squadra mobile di Palermo, La Barbera si circondava di persone pronte a seguire i suoi ordini e non tollerava alcuna forma di opposizione. Chiunque metteva in dubbio la sua linea di condotta veniva liquidato con disprezzo e messo da parte. Questo atteggiamento avrebbe condizionato pesantemente il corso delle indagini.

Un clima di sospetto e manipolazione

Le testimonianze dei poliziotti indicano che La Barbera creava un clima in cui la lealtà agli ordini del capo era fondamentale. Chiunque si rifiutasse di eseguire i suoi ordini veniva bollato come inaffidabile e messo da parte. Questo clima di sospetto e manipolazione avrebbe influenzato pesantemente lo svolgimento delle indagini sulla strage di via D’Amelio.

In conclusione, le testimonianze emerse dalle indagini sulla strage di via D’Amelio indicano un quadro critico e preoccupante. Arnaldo La Barbera, con il suo atteggiamento autoritario e la sua tendenza a circondarsi di persone pronte a seguire i suoi ordini, avrebbe condizionato pesantemente le indagini e contribuito alla creazione di un depistaggio senza precedenti nella storia giudiziaria italiana.

– strage di via D’Amelio
– pool Falcone-Borsellino
– Vincenzo Scarantino


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