Il capitano Paolo Vigneri, il siciliano che arrestò Mussolini
La storia italiana è piena di eroi silenziosi che non hanno sempre ricevuto la giusta attenzione. Uno di questi eroi è stato il capitano dei Carabinieri Paolo Vigneri, che nel tumultuoso 25 luglio 1943 a Roma si comportò come un eroe silenzioso. Vigneri nacque a Calascibetta nel 1907 e dopo aver servito nell’esercito si trasferì a Catania per diventare notaio. Morì a Catania nel 1988. Prima di raccontare le sue gesta, dobbiamo dare un’occhiata al contesto storico.
Re Vittorio Emanuele III da tempo meditava di sostituire Mussolini con una persona gradita alla Corona. Le autorità militari vicine al re sapevano che la disfatta era imminente e che il paese non poteva sopportare l’offensiva nemica. L’isola di Pantelleria cadde nelle mani degli alleati angloamericani il 11 giugno 1943 e il 10 luglio successivo iniziò l’operazione di sbarco nella parte meridionale della Sicilia. Il 19 luglio Roma fu pesantemente bombardata. Il re era veramente preoccupato e la situazione era insostenibile.
Nel frattempo, alcuni esponenti importanti del fascismo, vicini alla monarchia, cominciarono a criticare Mussolini e le forze armate. Il 25 luglio 1943, il Gran Consiglio del fascismo approvò un ordine del giorno che sfiduciava Mussolini. Poco dopo, il re decise di agire e lo destituì, nominando il generale Pietro Badoglio nuovo capo del governo. Mussolini, ignaro della decisione del re, chiese udienza per le 17. L’arresto fu organizzato in gran segreto.
Vigneri fu incaricato di catturare Mussolini. Il 25 luglio 1943, Vigneri si presenta con il collega Aversa al comandante Cerica, che gli affida il compito di arrestare Mussolini. Vigneri e Aversa rispondono “Va bene”. Frignani dà loro le istruzioni dettagliate e ordina di catturare Mussolini vivo o morto. Un’autambulanza con tre agenti di polizia arriva alla Villa Savoia per trasportare Mussolini in una caserma dei Carabinieri dopo l’arresto.
Arrivati alla villa, i Carabinieri e i poliziotti si posizionano secondo il piano. Mussolini arriva con l’auto di servizio insieme al segretario e all’autista. Vigneri saluta militarmente e, dopo un breve colloquio con il re, Mussolini viene arrestato senza resistenza. L’operazione si conclude con successo.
La relazione scritta da Vigneri sull’arresto di Mussolini è una testimonianza unica di un evento storico eclatante. Descrive l’atmosfera tesa nella sede del Gruppo Carabinieri prima dell’arresto. Vigneri, insieme ad Aversa, riceve l’ordine di arrestare Mussolini e si ricorda del giuramento di fedeltà al re fatto all’atto della nomina ad ufficiali. La relazione rivela anche che Vigneri ha scelto tre sottufficiali di particolare forza fisica per affrontare eventuali resistenze.
Tutto è pronto per l’arresto di Mussolini. I Carabinieri si posizionano nel parco della Villa Savoia mentre Mussolini scende con il segretario. Vigneri va loro incontro, saluta militarmente e li arresta senza resistenza. L’operazione si conclude con successo e Mussolini viene portato in caserma.
L’arresto di Mussolini da parte del capitano Vigneri è stata un’azione coraggiosa e rischiosa compiuta da un eroe silenzioso. La sua storia, finora poco conosciuta, merita di essere raccontata.
Il capitano Paolo Vigneri di Calascibetta, il siciliano che arrestò Mussolini
Enna GN .