Giornalista di “Repubblica” detenuto in questura dopo manifestazione a Messina

Il giornalista Fabrizio Bertè, collaboratore di Repubblica, è stato fermato e perquisito dalla polizia durante una manifestazione ambientalista a Messina. Bertè si stava dirigendo verso la manifestazione quando è stato avvicinato da un poliziotto in borghese che ha chiesto i suoi documenti. Successivamente, sono arrivati altri tre poliziotti che hanno perquisito il giornalista e l’hanno portato in questura, insieme a un docente scolastico che si trovava con lui. Alla questura, al giornalista sono state fatte una serie di domande sulle sue attività professionali. Il motivo del fermo è stato il fatto che il giornalista si accompagnava a una persona definita dalle forze dell’ordine come “pluripregiudicato”. A causa di questo fermo, Bertè ha perso la possibilità di seguire la manifestazione e di presentarsi a un appuntamento all’università. Il Comitato di redazione di Repubblica ha espresso solidarietà a Bertè e ha condannato l’accaduto, affermando che nessun atteggiamento intimidatorio fermerà il loro impegno giornalistico. Anche l’Associazione della stampa ha condannato il fermo del giornalista e ha chiesto che venga fatta piena luce sull’episodio che sembra configurarsi come un impedimento all’attività giornalistica garantita dalla Costituzione.

Giornalista di “Repubblica” documenta una manifestazione pubblica a Messina: la polizia lo porta in questura

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