Finto finanziere con 9mm: confisca beni 300mila€

PALERMO: Confisca di 300 mila euro per il finto finanziere che tentò di entrare armato in tribunale

I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Palermo hanno dato esecuzione ad un provvedimento emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo nei confronti di Giovan Battista Calabria, 54 anni.

I precedenti

Nel luglio del 2019 Calabria si presentò al metal detector del palazzo di giustizia con una pistola Beretta 98F senza matricola e con 15 cartucce calibro 9, un tesserino di riconoscimento e una placca della finanza falsificati. A bloccarlo furono i carabinieri addetti ai controlli. Le indagini hanno accertato che i beni dell’uomo erano in realtà il frutto di attività illecite. Con la sentenza della cassazione la confisca è diventata definitiva e un appartamento, un magazzino e un posto auto esclusivo a Palermo sono entrati a far parte del patrimonio dello Stato.

Il passato di Calabria

Il suo è un cognome noto alle cronache giudiziarie. Fu condannato per avere fatto irruzione, sempre fingendosi finanziere, in casa di una coppia di anziani in via Oreto. Nel suo passato ci sono anche precedenti per avere utilizzato tesserini, distintivi e palette delle forze dell’ordine.

Il fratello assassinato

Nel 2004 il fratello di Giovan Battista, Stefano, fu assassinato in un bar a Villagrazia. Nel passato di Stefano Calabria c’erano inchieste per spaccio di sostanze stupefacenti, rapina, furto, lesioni, ma anche una ipotesi di partecipazione all’associazione mafiosa.

In una tranquilla giornata a Palermo, le autorità hanno dato esecuzione ad un provvedimento emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo nei confronti di Giovan Battista Calabria, 54 anni. L’uomo, noto per essere un finto finanziere, ha visto i suoi beni, del valore di 300 mila euro, confiscati dalle autorità. Questo avviene in seguito al suo tentativo di entrare armato in tribunale nel luglio del 2019, portando con sé una pistola Beretta 98F senza matricola e con 15 cartucce calibro 9, oltre a tesserini di riconoscimento e una placca della finanza falsificati.

Le indagini hanno rivelato che i beni di Calabria erano il frutto di attività illecite, portando alla confisca definitiva di un appartamento, un magazzino e un posto auto esclusivo a Palermo, che sono ora entrati a far parte del patrimonio dello Stato.

Il passato di Calabria è segnato da una serie di reati, includendo irruzioni fingendosi un finanziere e l’utilizzo fraudolento di tesserini, distintivi e palette delle forze dell’ordine. Il suo cognome è diventato familiare alle cronache giudiziarie per le sue azioni criminose.

Non è da meno il passato del fratello di Calabria, Stefano, che è stato assassinato in un bar a Villagrazia nel 2004. Le sue attività criminose includevano inchieste per spaccio di sostanze stupefacenti, rapina, furto, lesioni e persino un’ipotesi di partecipazione all’associazione mafiosa.

Questo caso non solo evidenzia l’importanza delle misure di prevenzione adottate dalle autorità, ma anche la necessità di combattere il crimine organizzato e le attività illegali che minacciano la sicurezza e la tranquillità della città di Palermo.

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