Il mito del “grasso ma in salute”
Il concetto del “fat but fit”, cioè essere in sovrappeso ma comunque in salute, è un mito che deve essere sfatato. Non è vero che chi è obeso e non soffre di alcune malattie correlate come diabete di tipo 2, ipertensione o colesterolo alto è protetto dalle malattie cardiache. Al contrario, l’obesità aumenta significativamente il rischio di sviluppare problemi cardiaci, come lo scompenso cardiaco.
La relazione tra obesità e scompenso cardiaco
I chili in eccesso possono essere direttamente collegati allo scompenso cardiaco, soprattutto nei casi in cui il cuore non è in grado di riempirsi correttamente. Questo riguarda circa la metà dei casi di insufficienza cardiaca e si accompagna all’obesità nell’80% dei pazienti. Inoltre, l’obesità può aumentare significativamente il rischio di eventi cardiovascolari fatali, riducendo l’aspettativa di vita di almeno 6 anni.
Sovrappeso e obesità: una prospettiva mondiale
Entro il 2035, si stima che la metà della popolazione mondiale sarà in sovrappeso o obesa, raggiungendo i 3,36 miliardi di persone. Questo fenomeno rappresenta una seria minaccia per la salute cardiovascolare e generale della popolazione.
L’importanza della misurazione accurata
Non è sufficiente guardare solo all’indice di massa corporea per valutare l’obesità. È fondamentale considerare anche la distribuzione del grasso, in particolare l’accumulo di grasso addominale. Un nuovo indicatore importante è il rapporto girovita/altezza, che deve essere minore di 0.5 per preservare la salute del cuore.
Terapie mirate e nuove prospettive
Un importante passo avanti è stato compiuto nel 2023 con l’introduzione di semaglutide, un farmaco specifico che può trattare il mix di scompenso cardiaco e obesità. Questo farmaco è in grado non solo di ridurre il peso in eccesso, ma anche di migliorare i sintomi dell’insufficienza cardiaca, portando a una migliore qualità di vita e funzionalità fisica per i pazienti.
Una terapia mirata all’obesità
La terapia con semaglutide ha dimostrato di ridurre in modo significativo il rischio di mortalità cardiovascolare, infarto e ictus nei pazienti obesi con malattie cardiovascolari ischemiche. Inoltre, ha mostrato ottimi risultati nel migliorare la qualità di vita e la capacità di esercizio dei pazienti con scompenso cardiaco a frazione di eiezione preservata. Questo rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro le malattie cardiache legate all’obesità.
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– Grasso addominale e rischio cardiovascolare
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