**Scandalo Caronte & Tourist: processo ai vertici per truffa e frode**
La vicenda
Ci sarà un processo per i vertici della Caronte & Tourist. La prima udienza è stata fissata per gennaio del 2025. I reati ipotizzati sono quelli di truffa, frode e falso in pubbliche forniture. Il Gup del tribunale di Messina, Monia Di Francesco, ha accolto la tesi del Pubblico ministero. Oggetto del contendere è il contenzioso giudiziario tra la Regione siciliana e la società che si occupa dei collegamenti via mare da e per la Sicilia con le isole minori.
Le accuse
Un bando finito sotto la lente d’ingrandimento della Procura per presunta inosservanza delle norme per il trasporto dei disabili. In particolare nel provvedimento si puntualizza che ai manager viene contestato di aver sottoscritto il contratto di affidamento del servizio di trasporto passeggeri e merci nella tratta Milazzoà delle navi in dotazione per il servizio da espletare, con specifico riferimento alle persone con mobilità ridotta.
Imputati e sequestri
In merito all’avvio del procedimento alla Caronte sono stati sequestrati alcuni traghetti per un valore complessivo di 40 milioni di euro. Sarebbe, secondo i magistrati, l’equivalente della cifra che sarebbe stata percepita illegittimamente dalla società dal 2016 sino al completamento del bando, scaduto nel 2023. Gli imputati che dovranno comparire dinnanzi alla Corte sono il presidente del consiglio d’amministrazione della società Vincenzo Franza e gli amministratori Sergio la Cava, Luigi Genghi, Edoardo Bonanno, che saranno difesi dagli avvocati Carmelo Peluso, Alberto Gullino, Antonio Roberti, Francesco Mucciarelli e Francesco Bertorotta.
Le conseguenze
La vicenda prende il via nell’aprile del 2023 quando la Procura di Messina inviò i finanzieri del nucleo di polizia economico e finanziaria a sequestrare in due fasi tutta la flotta della Caronte per inosservanza del bando aggiudicato dalla società nel 2016. A causa del fermo immediato delle navi, tutte le isole minori andarono per alcuni giorni in tilt. Giocoforza arrivò il provvedimento delle autorità che dispose l’amministrazione controllata per la flotta della Caronte per garantire il servizio di continuità territoriale previsto dalla Costituzione. Situazione che non coinvolse tutta la flotta. Tre traghetti, le soprannominate “Zattere” per la loro capienza, la Bridge, la Helga e la Ulisse rimasero ferme all’ancora.
La decisione della Caronte
Per affrontrare la stagione, la società decise di garantire il servizio in regime di libero mercato, rinunciando ai contributi regionali, ma provvedendo ad aumentare i biglietti soprattutto sulla rotta commerciale, con profondi contraccolpi sull’economia delle isole. La decisione venne presa il 10 luglio scorso a seguito dell’esito negativo dell’istanza di dissequestro presentata al Tribunale del riesame dai legali della società. Davanti al mantenimento del sequestro la Caronte comunicò di aver deciso la “risoluzione per impossibilità sopravvenuta dei contratti in essere con la Regione relativi alle isole Eolie, Egadi e Ustica a causa dela contemporanea indisponibilità di ben tre navi che rende materialmente impossibile la prosecuzione del rapporto contrattuale”.
Epilogo
La vicenda si è protratta fino alla scadenza del bando nel dicembre del 2023. Non venne rinnovato dalla Caronte dopo un ulteriore sequestro di una somma assegnata alla società dalla Regione per il bando della rotta per le Pelegie. A questo punto per superare l’impasse causato anche da una nuova gara andata deserta la Regione provvide ad assegnare l’affidamento delle linee alla compagnia che tuttora garantisce per lo Stato i trasporti previsti dalla continuità territoriale.
La vicenda sembra destinata a influenzare ancora per molto tempo i trasporti nelle isole minori siciliane.
ure
– Contenzioso giudiziario tra Regione siciliana e Caronte & Tourist
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