Dimissioni presidente Confindustria Catania per pagare «pizzo» senza denuncia

Il presidente di Confindustria Catania si dimette per l’accusa di “pizzo”

Le dimissioni di Angelo Di Martino

Il presidente di Confindustria Catania, Angelo Di Martino, titolare di un’impresa che avrebbe pagato il «pizzo» al clan senza denunciare l’estorsione, si è dimesso dall’incarico. La decisione è arrivata durante una riunione d’urgenza del Consiglio di presidenza per valutare il contenuto delle notizie apparse sulla stampa.

Le accuse e l’inchiesta

L’inchiesta di cui ha parlato la stampa è quella denominata «Doppio petto», coordinata dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dai sostituti della Dda Assunta Musella e Fabio Saponara, contro la cosca Pillera-Puntina legata al boss Giacomo Maurizio Ieni, basata su indagini della squadra mobile della questura di Catania.

Nel provvedimento cautelare emesso dal gip Sebastiano Di Giacomo Barbagallo, ed eseguito dalla polizia lo scorso primo dicembre, si ricostruisce l’arresto in flagranza di reato di un indagato, Giovanni Ruggeri, bloccato all’uscita dello stabilimento dei fratelli Di Martino con 4.000 euro, che, secondo l’ipotesi della Procura, aveva appena ritirato come «tangente» da pagare al clan.

Le reazioni e il contesto legale

Poco prima dell’annuncio delle dimissioni, la decisione era stata chiesta dal presidente dell’associazione «Antimafia e legalità», Enzo Guarnera. «Il presidente di Confindustria di Catania, Angelo Di Martino, sottoposto a estorsione dalla mafia, ha pagato il “pizzo” per venti anni e non ha mai denunciato. Dovrebbe dimettersi subito e, se non lo facesse, dovrebbe sfiduciarlo la sua organizzazione. Se ciò non avvenisse, la vergogna sarebbe infinita per lui e per gli altri associati», aveva detto Guarnera stamattina (4 dicembre) nel corso di un incontro con gli studenti su «Dialoghiamo sulle mafie», con il procuratore generale Carmelo Zuccaro e il giornalista Lirio Abbate.

«Aggiungo con rammarico – aveva osservato Guarnera, difensore di storici collaboratori di giustizia – che, nel 2019, Angelo Di Martino è stato insignito del titolo di Commendatore al merito della Repubblica. Se fosse in mio potere lo revocherei».

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