L’interrogatorio di Matteo Messina Denaro, il boss latitante della mafia, ha rivelato dettagli sconcertanti sulla sua latitanza e sulla sua visione del mondo criminale. Durante l’interrogatorio, Messina Denaro ha parlato dei documenti falsi utilizzati durante la sua latitanza, smentendo di esserseli procurati attraverso i suoi favoreggiatori trapanesi e indicando un falsario romano come la fonte delle sue carte di identità taroccate.
Il capomafia ha espresso il proprio disprezzo verso le nuove leve di Cosa nostra, definendole “basse canaglie” e sottolineando che il suo mondo è stato “raso al suolo” dalla presenza di individui che non considerava degni del ruolo di mafiosi. Ha anche criticato apertamente alcuni dei nuovi boss, sottolineando la sua delusione riguardo alla direzione che la criminalità organizzata ha preso.
Durante l’interrogatorio, è emerso anche il tema della possibile collaborazione di Messina Denaro con le autorità. Sebbene abbia escluso l’idea inizialmente, ha lasciato spazio a un possibile cambiamento di idea in futuro, affermando che nella vita “mai dire mai”. Tuttavia, ha anche riaffermato la sua ferma intenzione di non parlare dei crimini commessi, rifiutando di fornire informazioni che possano danneggiare altri membri del mondo criminale.
Il boss latitante ha alternato piccole aperture a chiusure nette verso i pm, mostrando una certa ambivalenza riguardo alla possibilità di collaborare con le autorità. Nonostante alcuni tentativi di persuasione da parte dei magistrati, Messina Denaro ha chiarito che non è il tipo di persona che si mette a parlare degli omicidi commessi, suggerendo che non ha intenzione di rovinare la reputazione di altri.
L’interrogatorio di Matteo Messina Denaro ha dunque fornito un quadro chiaro della sua posizione rispetto alla collaborazione con le autorità. Mentre ha aperto la possibilità di un cambiamento di atteggiamento in futuro, ha anche espresso fermezza nel suo rifiuto di fornire informazioni compromettenti. La sua visione del mondo criminale e la sua determinazione nell’affermare la sua posizione sono emerse chiaramente durante l’interrogatorio.
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