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Crollo viadotto Palermo Agrigento, prescrizione per 9 imputati

Il crollo del viadotto: la lunga strada giudiziaria

Il crollo del viadotto Scorciavacche sulla strada statale Palermo Agrigento a dicembre del 2014 ha scatenato polemiche e un lungo processo legale che si è concluso recentemente con alcune decisioni importanti da parte del Tribunale di Palermo.

I fatti

Il viadotto fu aperto senza collaudo e rimase in piedi solo una settimana, dal Natale 2014 al Capodanno 2015. Ciò causò grande indignazione, soprattutto da parte dell’ex presidente del consiglio Matteo Renzi.

Le decisioni giudiziarie

Dopo nove anni, alcuni imputati sono usciti di scena a causa della prescrizione, mentre l’ex presidente dell’Anas, Pietro Ciucci, e altri dirigenti sono ancora coinvolti nel processo. Il Tribunale di Palermo ha preso atto che per i reati di attentato alla sicurezza dei trasporti e falso si è perso troppo tempo, ma non è andata prescritta l’ipotesi di induzione a dare o promettere utilità.

La lunghezza del processo

Gli infiniti passaggi di sezione e le riassegnazioni hanno reso il processo ancora più lungo, ma la decisione finale ha stabilito che la competenza era di Palermo, essendo la città in cui furono firmati i contratti relativi al viadotto.
Il crollo del viadotto avvenne il 30 dicembre 2014, ma per fortuna non ci furono feriti.

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Conclusioni

Il caso del crollo del viadotto Scorciavacche è stato lungo e complesso, ma finalmente si è giunti a delle decisioni importanti da parte del Tribunale di Palermo. Resta da vedere quale sarà l’esito finale del processo e se ci saranno ulteriori sviluppi in merito alla sicurezza delle infrastrutture stradali in Italia.

– Viadotto
– Crollo del viadotto
– Matteo Renzi


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