Il Comune di Avola è al centro di una controversia legale riguardo alle concessioni perpetue delle sepolture, che sono state “accorciate” con un provvedimento deliberato dal Consiglio comunale su proposta dell’amministrazione.
Secondo l’ex sottosegretario ai Beni culturali Nicola Bono e un gruppo di residenti di Avola, il Comune non avrebbe il diritto di modificare le leggi dello Stato in merito alle concessioni perpetue. La questione risale a un decreto del Presidente della Repubblica del 1975, il quale stabilisce la durata delle concessioni per le sepolture di famiglie. Il Comune di Avola avrebbe deciso di retrodatare la scadenza di queste concessioni, costringendo le famiglie dei defunti a pagare a seguito della scadenza.
Il sindaco di Avola, Rossana Cannata, difende la decisione del Consiglio comunale sostenendo che la competenza a modificare i regolamenti comunali spetta al civico consiglio, supportando la propria posizione con una sentenza del Tar di Catania.
Tuttavia, secondo Bono, la competenza di modificare le leggi statali appartiene esclusivamente al Parlamento, e non può essere basata su sentenze arbitrarie. Inoltre, riguardo alla sentenza del Tar citata dal sindaco, Bono afferma che spetta all’autorità giudiziaria competente valutare la legittimità delle fonti ispiratrici della delibera contestata.
La vicenda delle concessioni perpetue a Avola finirà quindi al Tar, dove sarà valutata la legittimità della decisione del Comune. Nel frattempo, la questione continua a sollevare dibattiti e preoccupazioni tra i residenti. Si tratta di una situazione complessa che coinvolge sia aspetti legali che pratici, e su cui sarà necessario attendere una risoluzione da parte delle autorità competenti.
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