L’articolo presenta la testimonianza di Maria Celeste Celi, Presidente del Cirs di Messina, riguardo al percorso di sostegno alle donne vittime di violenza presso la Casa famiglia di via Monsignor Bruno.
Celi ricorda che nel 1983, lo stabile che ospita la struttura era in stato di degrado, ma grazie agli sforzi del Cirs e l’aiuto di diverse associazioni e della Regione, è stato riqualificato. Tuttavia, l’affitto dell’edificio è continuato ad aumentare nel corso degli anni, arrivando a una cifra considerevole nel 2021.
Il Cirs ha interagito con diversi enti negli anni, ma ha comunque affrontato difficoltà a causa di debiti accumulati e chiusure di enti produttivi dell’Ipab. Inoltre, la struttura ha visto una diminuzione dei finanziamenti regionali per i corsi di formazione professionale.
La presidente confronta inoltre le difficoltà economiche del Cirs con le recenti richieste di pagamento degli affitti da parte dell’Ipab. La situazione ha portato all’avvio di una procedura legale di mediazione. Tuttavia, Celi sottolinea che, grazie alla mobilitazione dei cittadini, sono stati raccolti fondi per versare un anticipo per l’acquisto dell’immobile, con l’obiettivo di mantenerne la finalità sociale.
La testimonianza della presidente mette inoltre in luce la volontà di creare un Palazzo delle donne e nuovi servizi, sfruttando gli spazi a disposizione. Attualmente la struttura ospita dieci mamme e otto bambini, oltre a una Casa rifugio per otto persone che vanno protette fino ai procedimenti giudiziari.
Celi affronta anche in dettaglio le precisazioni riguardo agli stipendi ai lavoratori non pagati e la procedura legale con l’Ipab.
L’articolo presenta anche una nota della presidente riguardo alle dichiarazioni di alcuni componenti del Consiglio di amministrazione di Ipab Collereale, sottolineando la gravità della situazione finanziaria che ha portato all’acquisto dell’immobile da parte della Città metropolitana.
In conclusione, l’articolo offre un resoconto dettagliato delle sfide affrontate dal Cirs di Messina nel supporto alle donne vittime di violenza e delle iniziative intraprese per garantire la continuità dell’assistenza attraverso la Casa famiglia e altre possibili strutture.
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