. Con l’operazione Skanderberg vennero censite, sulla stessa strada, ben 12 piazze di spaccio, suddivise e gestite con turnazioni h 24. Non a caso, più famiglie mafiose operano al suo interno. E c’è il concreto timore che, dopo il blitz, lo spaccio continui, perché ogni detenuto viene sostituito. Salvatore Scavone ha parlato proprio di “sistema”
. Il pentito svela il nuovo assetto, facendola rientrare tra “quelle facenti capo ad altri gruppi, tra cui quella dei Cursoti, gestita da un soggetto di cui non ricordo il soprannome che è attualmente in carcere e la piazza viene gestita dal figlio”. A gestire il traffico di droga, appunto, era il figlio di Antonio, Angelo: una piazza strategica, che controllava il flusso di clienti di via San Zenone. “La piazza – specifica il collaboratore – si trova sotto la casa di Turi u pupuniuru, Salvatore Spampinato”. , cha cambiava in base allo spessore dell’acquirente o ai rapporti con il clan. “Per esempio in via Capo Passero – dice il collaboratore – a Maurizio Calabretta, …omissis… vendevamo lo skunk a 9.000 euro al chilo, e la cocaina 50.000 al chilo, a Cipollina, che non ha una sua piazza di spaccio ma vende stupefacente alle piazze del posto, a 7.000 o 7.500 al chilo mentre non acquistava da noi cocaina”.
E ancora, il collaboratore è un fiume in piena: “A Salvatore detto “Pupuniuro” vendevamo cocaina due volte al mese a 55.000 euro al chilo. Per la stessa piazza, il nipote Giovanni “detto Spasciu” in passato ci dava 1.500 euro a settimana. Dopo l’arresto di Giovanni è subentrato suo suocero nonché cognato di Marco Battaglia, tratto in arresto nell’ultima operazione a San Giovanni Galerno, con cui ci siamo accordati per la vendita di 50 grammi ogni 15 giorni al costo di 55 euro al grammo”.