Blitz antimafia a Catania: 15 arresti, 9 società sequestrate

Usura e attività illecite: Colpo a Cosa nostra Spa

Operazione «Oleandro» colpisce il gruppo di Picanello

L’operazione antimafia «Oleandro» ha portato all’arresto di 15 persone legate al gruppo di Picanello, una storica branca della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano di Catania. Le autorità hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare su delega della procura di Catania, coinvolgendo finanzieri del Comando provinciale e il Servizio centrale investigazioni sulla criminalità organizzata (Scico). Complessivamente, sono coinvolti 26 indagati.

Le accuse e le misure cautelari

Il giudice ha disposto misure cautelari personali nei confronti di 15 persone, di cui 14 in carcere e 1 agli arresti domiciliari. Le accuse riguardano associazione a delinquere di stampo mafioso, usura, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti e riciclaggio di denaro. Inoltre, sono stati sequestrati beni e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 12 milioni di euro.

Il ruolo di Carmelo Salemi e Giuseppe Russo

L’indagine ha individuato Carmelo Salemi, conosciuto come «u ciuraru» (il fioraio), e Giuseppe Russo come i possibili successori alla guida del gruppo mafioso dopo una serie di arresti che hanno decimato la vecchia leadership. Si ritiene che abbiano organizzato summit e avuto ruoli di reggenza all’interno del sodalizio.

Il coinvolgimento nel traffico di sostanze stupefacenti

Membri come Antonino Alecci, Andrea Caruso, Giuseppe Gambadoro, Fabrizio Giovanni Papa e Alfio Sgroi sono stati individuati come parte attiva del gruppo di Picanello, coinvolti in attività estorsive, usura e traffico di sostanze stupefacenti. Alecci, in particolare, è stato indicato come uomo di fiducia del boss storico Giovanni Comis e gestore di attività di gioco d’azzardo illegale e di raccolta dei soldi delle estorsioni.

Attività di usura

Una delle attività illecite più redditizie individuate è stata l’usura, con tassi che oscillavano tra il 140% e il 350% su base annua. Personaggi come Nunzio Comis, Giuseppe Gambadoro, Corrado Santonocito e Biagio Santonocito sono stati coinvolti nell’erogazione di prestiti a tassi usurari e nelle minacce per garantirsi il pagamento delle rate di capitale e interessi.

Riciclaggio dei proventi illeciti

Fabrizio Giovanni Papa, imprenditore nel settore dell’edilizia, è stato indicato come l’artefice del riciclaggio di ingenti quantità di denaro provento delle attività criminali del clan. Si ritiene che i proventi siano stati reinvestiti in cantieri avviati dalle società di Papa.

Le implicazioni economiche e finanziarie

L’attività investigativa si inserisce in un contesto più ampio di azioni volte a contrastare le associazioni a delinquere di tipo mafioso e la presenza della mafia nel tessuto imprenditoriale. Le società coinvolte nelle attività illecite sono state sottoposte a sequestro, evidenziando un tentativo di evitare l’inquinamento del mondo imprenditoriale da parte della criminalità organizzata.

Conclusioni

L’operazione «Oleandro» ha portato alla luce un’ampia rete di attività illecite legate al gruppo di Picanello. Le accuse riguardano usura, estorsione, traffico di sostanze stupefacenti e riciclaggio di denaro. Le misure adottate evidenziano il duro colpo inflitto alla presenza della mafia nel territorio e le implicazioni economiche e finanziarie delle attività illecite.

– Carmelo Salemi
– Giuseppe Russo
– Alfio Sgroi


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