La crisi della sanità siciliana: le cause e le conseguenze
La carenza di medici
Si sa, la storia della sanità siciliana non ha mai brillato per efficienza. Tra povertà sanitaria, lunghe liste di attesa da abbattere e proteste, non ultime quelle dei laboratori di analisi, a cavallo del nuovo anno per l’introduzione del nuovo tariffario, sotto al tappeto si nasconde altra polvere. La carenze di medici è ben nota e il reclutamento dall’estero, al momento, è l’unica tra le ipotesi vagliate ritenuta percorribile e così portata avanti. Una strategia così “estrema” evidenzia l’incapacità di formare e (soprattutto) poi valorizzare una professione che nel corso degli anni, pezzo dopo pezzo, ha perso la sua capacità attrattiva.
Le conseguenze nelle aree interne
I primi segnali di allarme, non colti e sottovalutati, erano giunti già molto tempo prima dai territori più piccoli. L’emergenza nelle aree interne e nei paesi delle Madonie dove i medici di base sono in via di estinzione si presenta nella sua ingombrante staticità.
La situazione disastrosa di Isnello
Due medici per circa quattro mila abitanti: è questa la situazione disastrosa di Isnello, il cui destino è collegato con quello di Collesano. Oltre la stessa unica unità socioaria, i due Comuni condividono anche i disagi che i cittadini sono costretti a vivere e lo stress del carico di lavoro eccessivo dei medici.
Le cause della crisi
Pino Mogavero, medico ormai in pensione, ha provato sulla propria pelle le conseguenze di una sempre minore presenza di colleghi nelle aree interne. Mogavero sottolinea che il numero di medici è troppo basso, e alcuni fattori sono legati alla formazione e al numero chiuso all’Università che ha bloccato il diritto allo studio. Inoltre, le retribuzioni sono misere e è necessario sgravare i medici da tutta una sequenza di pratiche burocratiche che prima non riguardavano la medicina di base.
Le possibili soluzioni
Il sindaco di Isnello, Marcello Catanzaro, dopo una serie di incontri con il direttore del Distretto sanitario, ha proposto la possibilità di affidare alla guardia medica la prescrizione di farmaci, esami e piani terapeutici. Tuttavia, queste “pezze” non risolvono il problema. Catanzaro propone di portare la questione in assessorato e di indicare le aree come disagiate, ottenendo così degli incentivi in più ai medici. Inoltre, propone di rivisitare la struttura degli ambiti territoriali e ridurli in due, alte e basse Madonie, per avere una maggiore elasticità in aree più vaste.
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