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Indagine segreta sui traffici di reperti

Forse la storia dell’omicidio di Angelo Tumino non è ancora finita. Il caso, sebbene archiviato per insufficienza di prove, continua a sollevare nuove domande e a mettere in luce dettagli sconosciuti. E adesso, grazie al testimonio di Bartolo Dell’Albani, ci troviamo di fronte a una serie di informazioni che potrebbero cambiare completamente la prospettiva di questa vicenda.

Il testimone, un rappresentante di formaggi di 52 anni, ha raccontato in modo dettagliato e con precisione un’interessante storia che lo vede coinvolto direttamente con l’ingegnere Tumino. Il pomeriggio in cui Tumino venne ucciso, Dell’Albani afferma di essere stato intimo amico dell’ingegnere e si è sconvolto nel sapere che nessuno degli inquirenti lo avesse sentito. Inoltre, ha tracciato un cerchio magico intorno a Tumino, sospettando di tre persone che erano intimi amici dell’ingegnere: Roberto Campria, Salvatore Guarino ed Ernesto Di Marco.

Secondo Dell’Albani, Campria, il giorno dopo la scomparsa di Tumino, si trovava a casa dell’ingegnere insieme a un certo Giuseppe Algeri, quando ricevette due telefonate: una dalla sorella di Tumino e l’altra proprio da Di Marco, il concessionario che aveva venduto all’ingegnere la Nsu Prinz ritrovata dopo il delitto. Inoltre, il caso si complica ulteriormente quando Dell’Albani afferma che Tumino, Campria e Di Marco erano coinvolti in un litigio su un reperto archeologico di grosso valore. Questo reperto avrebbe scatenato l’omicidio, poiché c’era una disputa su come dividere il ricavato dalla sua vendita. Dell’Albani avanza l’ipotesi che l’omicidio fosse strettamente legato a un giro di denaro illegale nato dalla ricerca, ricettazione e rivendita di materiale archeologico.

Ma quanto di queste affermazioni sono vere? Sulla base di cosa vengono sostenute? Le accuse di Dell’Albani sembrano pesanti, ma le prove a suo sostegno sono vaghe e senza una conferma da parte dell’indagine, resta difficile capire quanto sia attendibile il suo testimonio.

Questo testimone potrebbe essere un mitomane? Un calunniatore? Oppure avrebbe detto il vero? Le autorità giudiziarie sembrano aver esaminato le sue affermazioni, compiendo perquisizioni e intercettazioni, ma fino ad ora non ci sono state prove concrete a suo sostegno. Un anno dopo l’interrogatorio di Dell’Albani, l’indagine ha dato esito negativo e l’inchiesta è finita in un nulla di fatto.

Restano molte domande senza risposta e molti dettagli oscuri e misteriosi su questa vicenda. Forse è ancora troppo presto per gettare luce su questo caso, ma i dettagli presentati da Dell’Albani meritano sicuramente ulteriori approfondimenti e indagini.

– Angelo Tumino
– Bartolo Dell’Albani
– Ernesto Di Marco


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