Terrasini, il giorno del dolore: “Denis, ti vogliamo bene”
(Roberto Puglisi, Terrasini-Palermo) Denis, il ragazzo ucraino che era fuggito dalla guerra per trovare la pace ed è spirato in un incidente, nella città che aveva da subito amato, non può vedere il sole del suo ultimo viaggio. Terrasini è inondata dalla luce di un mattino di marzo che ha gia il volto dell’estate. La via per la parrocchia Maria Santissima della Provvidenza, luogo dei funerali, si riempie e risplende di affetto, al culmine di una strada incastonata tra cielo e mare. Azzurro è lo sfondo, ovunque si guardi. Anche il muricciolo che costeggia i passi ha lo stesso colore. Azzurri diventano i pensieri neri e i sentimenti al centro di chi è qui per rendere un omaggio di vicinanza. Non può esserci soltanto la dipartita in tutta questa bellezza. Ci sarà qualche cosa che sale, una via di fuga dal cordoglio.
E’ il dolore 2 comunità che vanno a braccetto. Ci sono i residenti, i pescatori con le mani bruciate. C’è Dora che, con Carmelo, ha accolto e dato la casa a quel ragazzo e alla sua famiglia. Ci sono i poveri e valorosi ucraini, riparati qui, per via di una invasione sanguinaria e criminale. Una coppia ha portato un mazzo di girasoli: “Lui era un nostro amico e fratello”. E non sappiamo in che condizioni si sia cementata la fratellanza. Ci sono ragazze con i capelli raccolti e le lacrime sferzate da un vento impetuoso, che spazza ogni tentazione di nuvole. Quelli che hanno offerto qualche cosa e quelli che sono stati salvati si uniscono in un abbraccio che nessuno strattone potrà mai sciogliere.
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