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Sostanza stupefacente nella “Fossa dei Leoni”: i motivi della Corte d’Ricorso NOMI

#Catania

CATANIA. La maggior parte degli imputati ha ampiamente confessato, tra il 1º grado e l’ricorso, tanto da aver convinto la Procura della Repubblica generale di Catania a chiedere, per alcuni, la concessione delle attenuanti. E tra coloro che hanno ammesso gli addebiti c’è pure colui che aveva preso la pena più alta, quel Rosario Ragonese detto “u biondu” a cui erano stati inflitti vent’anni con l’accusa di associazione a delinquere col fine al traffico di stupefacenti aggravata dall’aver favorito il clan Cappello di Catania. In ricorso per lui la pena era stata rivista in calo, ma di poco, perché comunque i giudici lo hanno condannato a dicianove anni e 4 mesi, perché le attenuanti generiche sono state ritenute equivalenti alle contestate aggravanti, con l’unica eccezione di quella, gia citata, relativa alle organizzazioni mafiose.

Sono state depositate le motivazioni della decisione “Fossa dei Leoni”, da titolo del blitz con cui i militari dell’Arma, nel 2020, arrestarono numerosi spacciatori attivi nella zona di viale Grimaldi, una zona nota anche, per l’appunto, come “Fossa dei Leoni” – anche perché vi si accede, e si esce, solo da una strada – dove un’organizzazioni criminale, attraverso una rete di vedette, riesce a “intercettare” agilmente, si fa per dire, eventuali blitz delle forze dell’ordine. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Andrea Gianninò, Luca Mirone, Giorgio Assenza, Francesco Antille, Salvatore Pace, Salvatore Pappalardo, Salvatore Centorbi, Roberto Costa, Alessandro La Pertosa, Michela La Pertosa, Vincenzo Merlino, Emanuele Lanzafame, Maria Chiaramonte, Alessandro Vecchio, Giovanni Casalino, Giuseppe Caruso, Sergio Ziccone, Gaetano Giunta. Legali che in certi casi hanno gia presentato appello in Cassazione. Altri lo starebbero per fare. Ma i termini sono ancora in corso.


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