Condannati in appello i protagonisti del “patto corruttivo” nella sanità siciliana
Nella giornata odierna, la Corte d’Appello di Palermo ha emesso la sentenza di condanna per i protagonisti di quello che è stato definito “il patto corruttivo” nella sanità siciliana. La sentenza conferma le condanne anche in appello per i protagonisti di questo scandalo, che coinvolgeva amministratori pubblici e imprenditori nel tentativo di spartirsi appalti milionari.
Gli imputati e le pene
I principali imputati coinvolti in questa vicenda sono Antonio Candela, ex manager dell’Asp di Palermo ed ex responsabile della cabina di regia regionale per il contrasto al Covid in Sicilia, Fabio Damiani, ex manager dell’Asp di Trapani, Salvatore Manganaro, imprenditore agrigentino, Giuseppe Taibbi, e altri. Le pene inflitte variano da sette anni e quattro mesi per Antonio Candela, a quattro anni e quattro mesi per Salvatore Manganaro. Le condanne riguardano induzione indebita a dare e promettere utilità, in seguito al ricorso presentato dal pubblico ministero.
Il blitz “Sorella sanità”
Il blitz che ha portato alla luce questo patto corruttivo era stato denominato “Sorella sanità”. Durante le indagini è emerso che gli imputati utilizzavano soprannomi per nascondere le loro identità e si servivano dei propri ruoli e funzioni per ottenere utilità economiche e favori politici.
Il ruolo di Candela
Antonio Candela, secondo l’accusa, avrebbe agito con spregiudicatezza per consentire a Taibbi di guadagnare, dimostrando un legame profondo con il faccendiere. Inoltre, è emerso che Taibbi avrebbe ricevuto favori da Candela in cambio di denaro. Questo legame sospetto, unito alle confessioni di altri imputati, hanno portato alla conferma delle condanne anche in appello.
La sentenza ha anche previsto confische e risarcimenti alle parti civili coinvolte, fra cui l’assessorato regionale alla Sanità e l’Asp di Palermo.
In questo articolo, abbiamo analizzato la sentenza della Corte d’Appello di Palermo riguardo al caso del “patto corruttivo” nella sanità siciliana. Speriamo che giustizia sia stata fatta e che situazioni simili possano essere prevenute in futuro.
– Tutti condannati anche in appello
– Per due imputati, Antonio Candela e Giuseppe Taibbi, la pena diventa più pesante
– Gli imputati e le pene
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