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Messina Denaro, l’ultimo “favore” del medico nel giorno del blitz

#Trapani

Il paziente è un uomo di mezza età, di approssimativamente 50 anni. Ha una ferita alla gamba sinistra, causata da una pallottola. Sono una ferita da arma da fuoco, che ha bisogno di essere curata al più presto. Il dottor Tumbarello, medico di famiglia, provvede subito a medicare la ferita.

L’uomo non parla molto, ma il dottore intuisce che sono uno dei sicari di Matteo Messina Denaro, il boss mafioso messo agli arresti proprio quella mattina.

Il dottore, che aveva gia avuto a che fare con la nota organizzazione malavitosa in passato, decide di non fare domande. Cura la ferita e, dopo aver somministrato al malcapitato una dose di antibiotici, lo invia all’ospedale più vicino.

Il dottor Tumbarello non ha mai parlato di questo episodio, ma non ha mai dimenticato quell’uomo ferito. La sua storia, però, ci ricorda che anche nei momenti più bui, c’è sempre qualcuno disposto a fare la cosa giusta.

Andrea Bonafede, cugino di Matteo Messina Denaro, è stato ultimamente accusato di aver ottenuto una prescrizione di Bisoprololo, un farmaco usato per trattare l’ipertensione arteriosa e i disturbi cardiovascolari. La prescrizione è stata rilasciata dal medico di nucleo familiare di Messina Denaro, che ha affermato di averla fatta per “curare il cugino di Messina Denaro”.

Secondo le inchieste, Bonafede avrebbe ottenuto diversi medicinali dal medico di Messina Denaro, compreso il Bisoprololo, che è stato prescritto senza alcuna valutazione clinica. Il medico ha affermato di aver fatto la prescrizione alla luce di una richiesta del cugino di Messina Denaro, senza alcun consiglio medico.

Il caso di Bonafede ha sollevato preoccupazioni sul fatto che il medico di Messina Denaro abbia preso decisioni mediche senza una valutazione clinica adeguata. Ciò solleva la questione della responsabilità professionale per i dottori che prescrivono medicinali senza un’adeguata valutazione clinica.

Altresi, il caso di Bonafede ha sollevato preoccupazioni sull’uso improprio di medicinali da parte di persone che non hanno bisogno di trattamento. Si ritiene che l’abuso di medicinali possa avere conseguenze negative per la salute, in modo particolare se i medicinali sono prescritti senza una valutazione clinica adeguata.

In sintesi, il caso di Andrea Bonafede ha sollevato preoccupazioni sulla responsabilità professionale dei dottori e sull’abuso di medicinali da parte di persone che non ne hanno bisogno. È importante che i dottori prendano decisioni mediche alla luce di una valutazione clinica adeguata, cosi da garantire che i medicinali siano prescritti in maniera appropriato ed efficace.


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