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Messina Denaro, l’ergastolo “bianco” e i silenzi del cognato

#Trapani

Filippo Guttadauro, ex capo della banda mafiosa di Palermo, è stato condannato a dieci anni di prigione nel 2016 per associazione mafiosa, riciclaggio di soldi e altri reati. Da allora, ha trascorso la maggior parte del suo tempo in carcere in regime di 41 bis, una misura di sicurezza particolarmente restrittiva.

Tuttavia, il suo destino sarà presto cambiato grazie a Matteo Messina Denaro, il cognato di Guttadauro, uno dei più ricercati e potenti mafiosi in Italia. Messina Denaro ha ultimamente offerto a Guttadauro un’amnistia, che potrebbe portare al rilascio di Guttadauro dalla casa circondariale.

L’amnistia è stata offerta come parte di un’iniziativa di Messina Denaro per riunire i nuclei familiari mafiose e ristabilire l’ordine dentro la mafia. Secondo le voci, Messina Denaro ha offerto l’amnistia come un gesto di buona volontà in direzione del cognato e come un modo per dimostrare che la nota organizzazione malavitosa può ancora essere governata con una certa disciplina.

Se l’amnistia di Guttadauro è accettata, sarà rilasciato dalla casa circondariale entro pochi mesi. Tuttavia, la sua liberazione non è ancora garantita. La decisione finale spetterà al Tribunale di Palermo, che dovrà valutare la validità dell’amnistia e decidere se Guttadauro deve rimanere in carcere o meno.

In ogni caso, l’offerta di Messina Denaro ha suscitato un confronto aperto sull’etica e sulla legalità dentro la mafia. Alcuni sostengono che l’amnistia sia un atto di clemenza inappropriato, mentre altri sostengono che sia un passo importante verso la riconciliazione dentro la mafia.

Indipendentemente da ciò che accadrà, l’offerta di Messina Denaro ha riacceso i riflettori sulla mafia e ha aperto nuovamente il confronto su come affrontare la criminalità organizzata in Italia. La decisione del Tribunale di Palermo sarà un test importante per vedere se la nota organizzazione malavitosa è ancora in grado di governarsi da sola o se ha bisogno di un intervento esterno.

Il Tribunale di Messina ha deciso di applicare una misura di sicurezza nei riguardi di Antonio Guttadauro, condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso. Guttadauro, proveniente da Bagheria ma con residenza a Messina, è stato condannato a 4 anni di detenzione per associazione a delinquere di stampo mafioso.

Dopo aver scontato la sua condanna, il Tribunale ha ritenuto che Guttadauro rappresentasse ancora una minaccia per la sicurezza sociale e ha quindi deciso di applicare una misura di sicurezza nei suoi confronti. La misura consiste nell’obbligo di firma presso un Commissariato di Polizia, con l’obbligo di non allontanarsi dal territorio di Messina per più di 3 giorni consecutivi senza autorizzazione.

La decisione è stata emessa in seguito alla richiesta del Procuratore Generale di Messina, Maria Mesi, che aveva sottolineato come Guttadauro fosse stato coinvolto in una rete di traffico di soldi e di armi. La sentenza di Guttadauro è un segnale forte che la giustizia italiana è in grado di reagire con decisione alle infiltrazioni mafiose.


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