Maxi inchiesta cocaina allo Sperone: ultime arringhe prima sentenza 42 imputati, agrigentino incluso
Verdetto imminente per il processo “Nemesi”: traffico di cocaina nel quartiere dello Sperone
Le ultime arringhe sono state completate: il 24 gennaio i giudici della Corte di appello di Palermo emetteranno il verdetto del processo scaturito dall’inchiesta “Nemesi” che ha fatto luce su un vasto traffico di cocaina nel quartiere dello Sperone, a Palermo.
Imputato agrigentino
Fra gli imputati anche l’agrigentino Davide Dispensa, 41 anni, condannato in primo grado, con il rito abbreviato, a un anno e otto mesi di reclusione. Il procuratore generale ha chiesto, sia per lui che per gli altri 41 imputati, la conferma della condanna.
Condanna ridotta
La sentenza, a carico, in tutto, di 55 imputati, è stata emessa il 24 settembre dell’anno scorso dal gup di Palermo, Rosario Di Gioia, che lo ha riconosciuto colpevole pur infliggendogli una condanna ampiamente inferiore ai 5 anni e 6 mesi chiesti dal pubblico ministero.
La pena, peraltro, è ridotta di un terzo per effetto della strategia processuale del giudizio abbreviato chiesto dal difensore, l’avvocato Davide Casà che, adesso, ha impugnato la sentenza e chiesto l’assoluzione.
Come giornalista, è importante fornire informazioni chiare e concise sul verdetto imminente del processo “Nemesi” riguardante il traffico di cocaina nel quartiere dello Sperone a Palermo. La Corte di appello di Palermo emetterà il verdetto il 24 gennaio, e ci sono diversi punti salienti da tenere in considerazione.
Imputato agrigentino e richiesta di conferma della condanna
Tra gli imputati c’è anche l’agrigentino Davide Dispensa, 41 anni, condannato in primo grado a un anno e otto mesi di reclusione. Il procuratore generale ha chiesto la conferma della condanna non solo per lui, ma anche per gli altri 41 imputati coinvolti nel processo.
Condanna ridotta e richiesta di impugnazione
La sentenza emessa dal gup di Palermo, Rosario Di Gioia, ha riconosciuto la colpevolezza di Dispensa, ma gli ha inflitto una condanna ampiamente inferiore rispetto a quella richiesta dal pubblico ministero. Inoltre, la pena è stata ridotta di un terzo grazie alla strategia processuale del giudizio abbreviato chiesto dal suo difensore, l’avvocato Davide Casà. Adesso, l’avvocato ha impugnato la sentenza e chiesto l’assoluzione.
Questi sviluppi saranno cruciali nel verdetto che verrà emesso il 24 gennaio e avranno un impatto significativo sulle vite degli imputati coinvolti nel processo “Nemesi”. Restiamo in attesa di ulteriori aggiornamenti una volta che il verdetto sarà stato emesso.
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