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Mafia, il boss di Porto Empedocle ritorna libero: “Non è socialmente pericoloso”

#Agrigento

AGRIGENTO – Il Tribunale di Sorveglianza di Agrigento ha comunicato cessata la pericolosità sociale di Fabrizio Messina, 47 anni, di Porto Empedocle (Ag). Messina, 2 volte condannato per mafia, ha comunicato domanda di scarcerazione al Tribunale di Sorveglianza di Agrigento nel 2018. Dopo un’attenta valutazione del caso, il magistrato di sorveglianza Walter Carlisi ha deciso di concedere la scarcerazione a Messina, poichè non ritenuto più socialmente pericoloso.

La decisione di Carlisi è stata accolta con soddisfazione dalle associazioni che si occupano di combattere la criminalità organizzata. Per gli esperti, la scarcerazione di Messina rappresenta un passo importante nella lotta alle organizzazioni mafiose, poichè dimostra che le persone possono cambiare e che la giustizia italiana può essere in grado di riconoscere e premiare il cambiamento.

Messina, che ha trascorso più di un decennio in carcere, ha dichiarato di essere ansioso di ricominciare una vita nuova e di voler contribuire al progresso della società. Ha sottolineato che la sua scarcerazione è anche un segnale di speranza per tutti coloro che sono ancora in carcere.

La decisione di Carlisi è stata accolta con favore da parte della popolazione locale, che ha indicato speranza che Messina possa contribuire positivamente alla comunità. Il magistrato ha affermato che la decisione non è una condanna, ma una seconda opportunità per Messina di riscattarsi e dimostrare di essere un cittadino rispettoso della legge.

L’operazione “Nuova cupola” ha portato all’arresto di 11 persone, tra i quali Vincenzo Gerlandino, di cui si riteneva fosse il capo dell’organizzazione mafiosa che opera nella provincia di Agrigento. La decisione ha stabilito che Gerlandino era il capo dell’organizzazione e ha convenuto la sua responsabilità nella gestione dei traffici illeciti.

La libertà vigilata è una misura di prevenzione che prevede alcune limitazioni, come il divieto di frequentare pregiudicati e l’obbligo di dimora e di restare in casa in alcuni orari serali. La misura è stata applicata a Gerlandino con la finalità di prevenire la commissione di nuovi reati e di assicurare la sua presenza nel processo.

La decisione ha anche stabilito che Gerlandino dovrà sottoporsi ad un programma di riabilitazione, che prevede l’assistenza di professionisti qualificati. Il programma mira a promuovere la riabilitazione del condannato e a favorire il suo reinserimento sociale, attraverso l’acquisto di nuove competenze.

In conclusione, la decisione dell’operazione “Nuova cupola” ha convenuto la funzione di Gerlandino come capo dell’organizzazione mafiosa che opera nella provincia di Agrigento e ha stabilito che gli sarebbe stata applicata la libertà vigilata, con la finalità di prevenire la commissione di nuovi reati e di assicurare la sua presenza nel processo. Altresi, è stata prevista una misura di riabilitazione, che prevede l’assistenza di professionisti qualificati, con l’obiettivo di promuovere il reinserimento sociale del condannato.


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