L’organizzazione Addiopizzo, in occasione del 32° anniversario dell’omicidio di Libero Grassi, evidenzia i progressi fatti nel contrastare l’estorsione a Palermo. Grazie al lavoro di magistrati, forze dell’ordine e associazioni attive, molti imprenditori hanno denunciato e continuato la propria attività senza pagare il pizzo. Tuttavia, la pratica dell’estorsione persiste in alcune aree della città e in settori specifici. In particolare, ci sono commercianti e imprenditori che pagano il pizzo e chiedono favori ai mafiosi, come eliminare la concorrenza o risolvere controversie. Questa forma di estorsione ha assunto una dimensione dominante e sta causando difficoltà per gli imprenditori e gli operai che rifiutano di partecipare. Per contrastare questa connivenza, le organizzazioni imprenditoriali e i sindacati devono promuovere la denuncia e sensibilizzare i capicantiere. Inoltre, il governo dovrebbe adottare misure per disincentivare le imprese conniventi con la mafia, come revocare i bonus e benefici fiscali. Questo tipo di intervento proteggerebbe il mercato e la collettività, e sarebbe coerente con l’obbligo di denuncia introdotto nel 2009 per le imprese che operano con la pubblica amministrazione.