Detersivo al posto dell’acqua: barista a processo per omicidio colposo
#Agrigento
L’uomo è accusato di omicidio colposo per aver servito il detersivo al posto dell’acqua al cliente del bar Sajeva di Agrigento, che è spirato 8 mesi dopo aver ingerito il liquido. Il titolare dell’attività commerciale è stato prosciolto per non aver commesso il fatto. Il Giudice Stefano Zammuto ha incriminato Emiliano Civiltà, 38 anni, dipendente del bar Sajeva.
L’incidente, avvenuto nel giugno del 2019, è stato un tragico errore. Il cliente ha domandato un bicchiere d’acqua al bar, ma il dipendente gli ha inavvertitamente servito del detersivo, che è stato ingerito. Il cliente e stato ricoverato in ospedale, ma ha combattuto per 8 mesi prima di morire a seguito delle complicanze causate dall’intossicazione.
Il caso è stato portato in tribunale e il Giudice ha deciso che il dipendente del bar doveva affrontare un processo per omicidio colposo. La decisione finale è ancora in attesa. Il nucleo familiare del cliente ha indicato la speranza che il processo possa portare giustizia e che ciò serva da lezione a chiunque gestisca un’attività commerciale.
L’incidente mortale che ha portato alla morte di Calogero Capitano, 74 anni, è avvenuto nel marzo del 2020, quando è entrato nel bar di Calogero Sajeva a Palermo, in Sicilia. All’interno del locale, un dipendente ha versato del solvente per le stoviglie al posto dell’acqua nel bicchiere di Capitano, che ha bevuto il liquido e ha subito gravi conseguenze.
Dopo una lunga battaglia legale, il Giudice ha ultimamente disposto il non luogo a procedere nei riguardi di Calogero Sajeva, titolare del bar, che era stato inizialmente accusato di non aver vigilato sull’operato del dipendente. Sebbene il non luogo a procedere, il Giudice ha fatto notare che sarebbe stato importante che Sajeva avesse controllato la preparazione dei drink serviti ai clienti.
L’unico accusato rimasto è il dipendente del bar, che è stato accusato di omicidio colposo. Il nucleo familiare di Capitano ha indicato insoddisfazione per i risultati dell’indagine, sostenendo che le misure di sicurezza all’interno del bar non erano sufficienti.
Il dramma ha spinto le autorità a prendere provvedimenti per garantire la sicurezza all’interno dei locali pubblici. A seguito dell’incidente, il governo della Regione ha introdotto nuove leggi per rafforzare le misure di sicurezza all’interno dei bar e dei ristoranti, tra i quali l’obbligo di etichettare i prodotti chimici e di tenere traccia dei prodotti serviti ai clienti.
L’incidente mortale ha portato alla luce una grave falla nella sicurezza alimentare e ha sollevato preoccupazioni sulla sicurezza all’interno dei locali pubblici. La perdita di Calogero Capitano ha lasciato un vuoto incolmabile nella sua famiglia e nella comunità, e la sua storia ricorda a tutti l’importanza di prendere le misure necessarie per garantire la sicurezza alimentare.
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