Cutro’s Decree: Europe to Decide Catania’s Failure

La cauzione di 5mila euro e il Decreto Cutro: la controversia arriva in Europa

La cauzione di 5mila euro alternativa al trattenimento in cpr, uno dei pilastri del Decreto Cutro, finisce davanti alla Corte di giustizia europea. Così ha deciso la Cassazione che ha sospeso i dieci procedimenti nati dal ricorso dell’avvocatura di Stato contro i provvedimenti con cui il tribunale di Catania ha di fatto bocciato come illegittimo l’impianto del decreto che prevede una procedura accelerata di frontiera per i migranti che arrivino da Paesi sicuri.

La normativa contestata

Secondo la norma congegnata dal governo di Giorgia Meloni, solo per questo motivo sono tutti indifferentemente candidabili al rimpatrio e per loro, in attesa della decisione della commissione territoriale, è prevista la detenzione amministrativa in cpr.

Il primo giudice a respingere come illegittima la procedura accelerata prevista dal decreto, secondo cui i richiedenti asilo provenienti da Paesi sicuri sono di fatto tutti rimpatriabili, è stata Iolanda Apostolico, per questo finita nel mirino del leader della Lega Matteo Salvini. Contro quelle ordinanze è stato proposto appello in Cassazione, che prima di pronunciarsi nel merito ha deciso a sezioni unite di consultare la Corte europea per dirimere una questione fondamentale.

La questione europea

Al centro, la compatibilità della cauzione, ipotizzata dal ministero di Matteo Piantedosi come alternativa al trattenimento in cpr, con le norme europee sull’asilo. La Corte di giustizia europea si dovrà pronunciare sulla compatibilità con la legislazione europea di una normativa che di fatto prevede una garanzia finanziaria “il cui ammontare è stabilito in misura fissa, non tarata sulla singola situazione del richiedente, né prevedere che altri possano pagare per lui, dunque di fatto escludendo chi non ha risorse adeguate.

La decisione futura

Solo dopo aver ricevuto un’indicazione chiara dall’Europa, gli ermellini in Italia si pronunceranno nel merito del ricorso proposto dall’Avvocatura di Stato contro i provvedimento di non convalida emessi da Catania. La questione era stata sollevata non solo dalle difese dei ricorrenti, in larga parte rappresentati dall’avvocato Rosa Lo Faro, ma anche dalla procura generale, che per il resto aveva al contrario sposato le argomentazioni dell’avvocatura, ritenendo sostanzialmente legittima la procedura bocciata dal tribunale di Catania. Una posizione contestata nel merito e nel metodo dalle difese.

È la seconda volta in pochi giorni che l’Europa è chiamata a intervenire sui trattenimenti in Italia e sulle strutture in cui avvengono. Ieri un organo, la Corte europea per i diritti dell’uomo ha definito inumane e degradanti le condizioni in cui è obbligato a vivere uno dei trattenuti al cpr Milo, ordinando all’Italia l’immediato trasferimento.

ia Meloni
– Iolanda Apostolico


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