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Catania, il boss del Villaggio Sant’Agata alla sbarra per omicidio

#Enna

Catania è una città ricca di storia e di cultura. La città è conosciuta per essere stata il luogo di alcuni dei più grandi viaggiatori della storia, come ad esempio Salvatore Massimiliano Salvo, figlio di “Pippo u carruzzeri”, il boss della famiglia Cappello che conduce da decadi nel Villaggio Sant’Agata di Catania.

Tuttavia, la città è anche nota per essere stata teatro di alcuni dei più oscuri tradimenti e delle più intense passioni. È proprio a Catania che si trova la sbarra per l’omicidio aggravato di Prospero Leonardi, un delitto attribuito a Salvatore Messina, detto “Turi Manicomio” della famiglia Pillera, a Carmelo Scordino dei “carateddi” e al suo ex cognato Filippo Passalacqua.

Le accuse sono state corroborate dalle dichiarazioni di pentiti ennesi, fra cui Nino Mavica “u patirnisi” e Salvatore Di Giovanni. La Dda di Caltanissetta ha raccolto prove sufficienti per incriminare i sospetti.

Catania è una città che offre una combinazione di storia, cultura e crimine che la rende unica nel suo genere.

Secondo le ricostruzioni dei pentiti, Catenanuova, un piccolo paesino di cinquemila abitanti collocato nella provincia di Enna, è stato al centro di un tentativo di espansione da parte dei familiari Salvo. Salvatore Massimiliano Salvo, con precedenti penali con condanne per mafia e traffico di sostanza stupefacente, avrebbe organizzato l’eliminazione di Prospero Leonardi, un ragazzo di Catenanuova, con l’obiettivo di riattivare il vecchio clan di Cosa Nostra ennese soppiantando i Cappello. Il processo con giudizio immediato, che doveva iniziare ieri mattina a Caltanissetta, è stato rinviato al mese prossimo. Salvatore Massimiliano Salvo è difeso dall’avvocato Giorgio Antoci.


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