Cristiano Lucarelli non è più l’allenatore del Catania e sul banco degli imputati sembra esserci finito lui per intero. Ma la colpa non è solo sua. Nonostante la sconfitta nell’ultimo match contro il Messina, non si può scaricare tutto il peso della situazione sulla sua figura. Ci sono dei punti da analizzare e sembra che le critiche mosse dopo la sconfitta siano in parte giuste ma in parte anche ingiuste.
La situazione del Catania è critica, è vero, ma è anche vero che Lucarelli ha chiesto tempo e sostegno fino a fine anno e sembra che avesse le sue ragioni. Ha letto con gli occhi di un tecnico le carenze strutturali, tecniche e mentali di un gruppo volubile e a tratti svogliato. La squadra è debole, non regge la pressione e manca di regolarità di gioco. Non si può affrontare una partita con sufficienza e sembra che a tratti i giocatori stessero sottovalutando l’avversario.
Le scelte discutibili di Lucarelli sono state oggetto di critiche, ma il modo in cui queste critiche sono state formulate sembra ingiusto. L’allenatore ha fatto delle scelte che possono essere discusse, ma il modo in cui è stato attaccato sui social sembra eccessivo. Per spronare la squadra c’è bisogno di equilibrio nelle critiche, non di distruggere le speranze di una squadra che ha ancora la possibilità di rialzarsi.
La tensione tra i tifosi, il mercato imminente e le difficili scelte da fare dovrebbero essere discusse con maggiore equilibrio e serietà, senza forzare i concetti. Serve una gestione più esperta da parte della dirigenza e una visione realistica dei problemi che il Catania sta affrontando.
Non è solo Cristiano Lucarelli a dover affrontare le critiche e le difficoltà attuali del Catania, ma è anche la squadra, la società e l’ambiente circostante a dover fare la propria parte per cercare di risalire la china. Serve unità e sostegno, non accuse e polemiche. Solo così il Catania potrà tornare a essere una squadra competitiva e ambire a risultati migliori.
a nel baratro
– Tensione tra tifosi
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